Diventare mamma è un viaggio straordinario, caratterizzato da cambiamenti che trasformano profondamente il proprio vissuto. Durante questi nove mesi, il corpo si prepara ad accogliere una nuova vita: il peso corporeo aumenta, l’utero si espande, il seno si prepara all’allattamento e ogni cellula sembra sintonizzarsi verso un unico obiettivo, quello della nascita.
Ma anche dopo il parto, inizia una fase altrettanto importante, fatta di recupero e adattamento. Il periodo post-partum può essere delicato: tra la gestione del neonato e il ritorno alla quotidianità, è fondamentale non trascurare la propria salute. In particolare, il ritorno della fertilità reclama il suo spazio: è importante informarsi sulla contraccezione per garantire una pianificazione familiare che attenzioni la salute della neo-mamma, della donna e della futura mamma.
Hai già pensato alla pianificazione familiare post-partum? Approfondiamo il tema in questo articolo.
Contraccezione post-partum: quando è il momento di pensarci?
Ogni donna è diversa, e la ripresa della fertilità può infatti variare da donna a donna.
Diversamente da quanto si è portati a pensare, l’allattamento al seno, benché associato ad una fase di ridotta la fertilità, non rappresenta un metodo contraccettivo affidabile. Ecco perché confrontarsi con il proprio ginecologo è fondamentale: saprà consigliare la soluzione migliore per evitare gravidanze non pianificate nel periodo immediatamente successivo alla nascita del bambino.
È fondamentale che il medico guidi la paziente nella scelta del metodo contraccettivo, chiarendo specifiche, efficacia e possibilità di utilizzo: un corretto counselling durante il percorso nascita consente di informare le donne che dovessero disattendere le visite di controllo dopo il parto.
Quali metodi contraccettivi utilizzare durante l'allattamento?
Durante l’allattamento si verificano cambiamenti ormonali significativi per questo è importante considerare se e quale metodo contraccettivo sia adatto per il benessere della mamma e del neonato. I sistemi contraccettivi raccomandati, secondo le linee guida OMS e del Ministero della salute, sono:
- Sistemi di barriera come preservativi maschili. Oltre ad essere gli unici metodi contraccettivi in grado di proteggere da malattie sessualmente trasmissibili, i metodi di barriera non hanno alcuna controindicazione per le donne che stanno allattando.
- Sistemi intrauterini (ormonali o al rame): che vengono valutati di volta in volta dal clinico, anche in base alle tempistiche del post-partum.
- Pillola senza estrogeno. La pillola priva di estrogeni, che quindi contiene solo progestinico, potrebbe essere considerata dal ginecologo in base al quadro clinico della paziente.
- Impianto sottocutaneo. L’impianto contiene il solo ormone progestinico, è quindi privo di estrogeni e potrebbe essere considerato dal ginecologo anche durante l’allattamento.
La contraccezione per chi non allatta
Le donne che non allattano possono assumere contraccettivi ormonali, tuttavia è importante valutare con il proprio ginecologo quale sia il contraccettivo più adatto.
- I metodi contraccettivi a breve durata d’azione (giornalieri, non giornalieri) contenenti estrogeni, come la pillola contraccettiva classica, il cerotto ormonale e l’anello vaginale.
- I contraccettivi a lunga durata d’azione reversibili come i sistemi intrauterini sia ormonale che al rame o l’impianto sottocutaneo.
Una scelta importante
La scelta del metodo contraccettivo post-partum deve tenere conto di molti fattori, tra cui le tempistiche di assunzione nel periodo post-parto, il tipo di allattamento, il proprio stato di salute generale, la frequenza dei rapporti e le esigenze personali. Per questo, è fondamentale valutare con il proprio ginecologo le opzioni disponibili e scegliere il metodo più adatto per garantire una pianificazione familiare sicura ed efficace.
Fonti:
- SIDR – sidr.it
- Quotidiano Sanità – quotidianosanita.it
- Ministero della Salute – salute.gov.it
- World Health Organization – www.who.int
- AIFA Medicinali – medicinali.aifa.gov.it
- National Health Service – www.nhs.uk
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